l CME Group, azienda operante nel mercato finanziario statunitense, ha annunciato la nascita del primo contratto future sull’acqua che verrà quotato entro fine anno.
Kofi Annan, già segretario dell’ONU, ha sempre avvertito del rischio derivante dalla scarsità di risorse idriche nel nostro pianeta, fattore in grado di scatenare guerre e tensioni nelle zone colpite da questo dramma. Questo processo sta accelerando come conseguenza da una parte del surriscaldamento globale, dall’altro della crescita demografica in grandi aree dei continenti africano e asiatico. Africa e Asia non sono le sole a dover fare i conti con la scarsità di risorse idriche. La California è l’emblema di uno stato di crisi permanente legato alla siccità e il 40% delle risorse idriche è destinato all’irrigazione. Un articolo pubblicato su Science prima degli ultimi grandi incendi di settembre, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo, sostiene che a causare le continue esplosioni di fiamme sia una siccità che dura da più di vent’anni.
Proprio nel mercato californiano vedremo il debutto di questi future sull’acqua, in cui il sottostante sarà il Nasdaq Veles California Water Index e che nelle intenzioni del CME Group deve diventare un punto di riferimento per aziende, consorzi e istituzioni nella valutazione dei rischi economici derivanti dai rischi legati alla possibile scarsità di risorse.
La finanziarizzazione dell’acqua, o meglio delle strutture idriche, non è di certo una novità e al di là delle singole posizioni sugli strumenti utilizzati per gestirne la distribuzione rimangono sempre due domande di fondo:
Stiamo andando nella direzione intrapresa dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite in cui l’accesso all’acqua potabile e ai servizi igienico sanitari sono stati inseriti tra i diritti umani universali e fondamentali?
Sono chiari nelle agende dei governi tutti gli effetti diretti e indiretti causati dai cambiamenti climatici?