“𝐿𝑒 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑑𝑖𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑎𝑚𝑏𝑖𝑒𝑛𝑡𝑎𝑙𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑜𝑣𝑢𝑛𝑞𝑢𝑒: 𝑚𝑎𝑔𝑙𝑖𝑒𝑡𝑡𝑒 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜𝑠𝑒 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑐𝑒𝑎𝑛𝑖, 𝑏𝑎𝑛𝑎𝑛𝑒 𝑛𝑒𝑢𝑡𝑟𝑒 𝑖𝑛 𝑡𝑒𝑟𝑚𝑖𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑒𝑚𝑖𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑟𝑏𝑜𝑛𝑖𝑜, 𝑠𝑢𝑐𝑐ℎ𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜𝑠𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑎𝑝𝑖, 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑒𝑔𝑛𝑒 𝑐𝑜𝑛 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑒𝑛𝑠𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑎𝑙 100% 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑒𝑚𝑖𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑖 𝐶𝑂2. 𝑃𝑢𝑟𝑡𝑟𝑜𝑝𝑝𝑜 𝑡𝑎𝑙𝑖 𝑎𝑢𝑡𝑜𝑑𝑖𝑐ℎ𝑖𝑎𝑟𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑠𝑜𝑛𝑜 𝑡𝑟𝑜𝑝𝑝𝑜 𝑠𝑝𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑡𝑎𝑡𝑒 𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑣𝑎 𝑜 𝑔𝑖𝑢𝑠𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑎𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑎 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑑𝑎 𝑎𝑙 𝑔𝑟𝑒𝑒𝑛𝑤𝑎𝑠ℎ𝑖𝑛𝑔”.
Queste parole di 𝐅𝐫𝐚𝐧𝐬 𝐓𝐢𝐦𝐦𝐞𝐫𝐦𝐚𝐧𝐬, Commissario Europeo per il Clima rimasto in carica fino ad agosto, sono la premessa della 𝐏𝐫𝐨𝐩𝐨𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐃𝐢𝐫𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐚 𝐬𝐮𝐢 𝐆𝐫𝐞𝐞𝐧 𝐂𝐥𝐚𝐢𝐦𝐬 presentata in primavera e che il Parlamento Europeo dovrà votare a fine novembre.
L’obiettivo della Direttiva, che dovrà essere recepita entro due anni dai parlamenti nazionali, è quello di rafforzare le norme contro il marketing ingannevole in materia ambientale.
Ecco alcune dei principali 𝐝𝐢𝐯𝐢𝐞𝐭𝐢 contenuti nel testo:
✔ indicazioni ambientali generiche, ad esempio “ecologico”, “naturale”, “biodegradabile”, “neutro per il clima” o “eco”, senza la prova di un’eccellente prestazione ambientale riconosciuta e pertinente all’indicazione;
✔ comunicazioni commerciali su un bene con una caratteristica che ne limita la durata se sono disponibili informazioni sulla caratteristica e sui suoi effetti sulla durata;
✔ affermazioni basate su schemi di compensazione delle emissioni secondo cui un prodotto ha un impatto neutro, ridotto o positivo sull’ambiente;
✔ etichette di sostenibilità non basate su schemi di certificazione approvati o stabiliti da autorità pubbliche;
✔ indicazioni sulla durata in termini di tempo o intensità d’uso in condizioni normali, se non dimostrate;
✔ invitare il consumatore a sostituire i materiali di consumo, come le cartucce d’inchiostro delle stampanti, prima di quanto sia strettamente necessario;
✔ presentare come necessari gli aggiornamenti del software anche se questi si limitano a migliorare le funzionalità;
✔ presentare i prodotti come riparabili quando non lo sono.
La proposta segnerà un passo avanti nel raggiungimento degli obiettivi del Green Deal Europeo? La comunità scientifica si è divisa tra chi ha accolto positivamente le nuove norme e chi si sarebbe aspettato maggiore rigore. Sicuramente la Direttiva dimostra l’attenzione crescente che i consumatori hanno nei confronti della sostenibilità e il ruolo centrale delle aziende nella transizione verde. Molto, in termini di efficacia dei provvedimenti, dipenderà anche dai singoli parlamenti nazionali.